Parco del Conservatorio e Roncaccio

2020 – in corso

in collaborazione con
arch.Alessandra Angelini e dr.sc. David Frey

Durante il Lockdown conseguente al COVID-19, i parchi erano chiusi e i prati non più sfalciati. Entrando da un pertugio nel parco retrostante il Centro San Carlo a Lugano, occupato dal Conservatorio, è stato possibile, per la prima volta, osservare la ricchezza di fiori cresciuti indisturbati in quel prato, considerato inospitale.

Nasce l’idea di sfalci parziali secondo forme organiche che delineano anse per un utilizzo diversificato dell’area dove poter giocare, osservare la natura e rilassarsi, in cui la fruibilità non limita la crescita delle specie vegetali e permette di apprezzare la biodiversità.

Una prima sperimentazione analoga è stata realizzata spontaneamente nel parco del Roncaccio destando soprattutto l’interesse dei bambini: per una bambina era la casa dei cavalli, per un altro un lago, per un’altra ancora il volo sinusale di una ballerina bianca.

Si intende quindi promuovere un modo innovativo di fruizione del prato, permettendo di osservare il ricco ecosistema, sentire i profumi, apprezzare i colori, ascoltare il ronzio degli insetti. Da un percorso sinuoso, lungo tutto il sedime, si accede ai lati a una serie di anse. Ad inizio primavera si sfalcia l’erba secondo una prima forma. Ad inizio estate se ne sfalcia una seconda, complementare alla prima e che, insieme, disegnano un mosaico incorniciato dall’erba alta lungo il perimetro. In inverno si ribalta il taglio rispetto alle forme iniziali, lasciando la fruibilità lungo il perimetro. Cosicché nel corso delle stagioni si alternano differenti spazialità.

Per avere le tre forme complementari tra loro, è stato sviluppato il “concetto delle tangenti” che, con i due percorsi del primo e secondo taglio affiancati, permette di formulare i diversi accessi alle anse.

Il prato è sempre stato sfalciato impedendo a determinate piante erbacee di crescere e seminarsi. L’intento è quello di promuoverle, riprendendo le specie poco favorite, tramite semine ai margini delle anse. Tra le 106 specie vegetali rilevate, sono state scelte quelle da implementare. Lasciandole crescere viene data loro la possibilità di svolgere il loro ciclo vitale, così da aumentare la seminagione e la loro presenza nel prato. Quelle che fioriscono ad inizio primavera, verranno disposte al margine delle anse del primo taglio e quelle che fioriscono all’inizio dell’estate al margine del secondo. Quando si spengono le prime e si accendono le seconde, sarà il momento di invertire il taglio e seguire le seconde. Il processo sarà fatto di anno in anno con nuove semine. Il prato si arricchirà man mano, riequilibrando le presenze delle essense e creando una sinfonia di colori e di forme in continuo mutamento nel corso degli anni. La piantagione di tre nuove “piante del futuro” che resistono ai cambiamenti climatici e allo stesso tempo favoriscono la biodiversità, completano l’intervento: un Ciliegio canino (Prunus mahaleb L.), un Cerro (Quercus cerris L.) e un acero di Montpellier (Acer monspessulanum L.).

© foto: Marcelo Villada Ortiz
© foto: studio d’architettura lorenzo felder sa

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